La costruzione di questo immortale capolavoro architettonico (intitolato a Santa Maria Assunta in Cielo) è avviata intorno al 1290, sulla base di un progetto che la storiografia critica attribuiva in passato ad Arnolfo di Cambio e che oggi risulta invece di più incerta imputazione; fu innanzitutto eretto un vastissimo vano, con transetto, navate divise da arcate longitudinali e piccole absidi sui fianchi, che rivelava un impianto stilistico originale e difficilmente catalogabile.
Intorno al primo decennio del 1300 si data l`intervento dell`architetto e scultore senese Lorenzo Maitani, che opera un consolidamento della struttura muraria facendo erigere sei contrafforti, a sostegno della volta del transetto; al senese si deve anche la mirabile facciata, inarrivabile punto di fusione tra architettura e arte decorativa, tutta giocata sull`equilibrio geometrico tra linee orizzontali e verticali e stupendamente illuminata dall`inserzione di squillanti mosaici.
I tre ricchissimi portali sono affiancati da pilastri rivestiti da lastre marmoree scolpite a rilievo, che creano anch`esse sofisticati effetti cromatici e chiaroscurali; sono dispiegate con marcato andamento narrativo, tra rami d`acanto, Scene dell`Antico Testamento, Profezie Messianiche, la Crocifissione, Scene Evangeliche, il Giudizio Universale e la Resurrezione della Carne. Il verismo capzioso dei dettagli, il frequente uso del nudo, la grande libertà compositiva e l`attenzione ai valori chiaroscurali rende piuttosto ardua la collocazione temporale di questo ciclo e le sue ascendenze (perugine, senesi o francesi).
La facciata fu poi completata verso l`ottavo decennio del Trecento, con lo splendido rosone di Andrea di Cione detto l`Orcagna, l`intervento dei mosaicisti, e Andrea Pisano per la sequenza scultorea della parte alta.
L`interno è a pianta basilicale, a tre navate, scandite da dieci colonne e due pilastri con rigogliosi capitelli, ed è intriso di luce, maestoso e solenne.
Da visitare, tra le tante gemme dischiuse dal Duomo, la Cappella di San Brizio, costruita entro la metà del Quattrocento, che vanta uno straordinario ciclo di affreschi, tra i capolavori della pittura italiana, opera di Beato Angelico (1447-49) e Luca Signorelli (1499-1504) – raffinato e calligrafico il primo, plastico e drammatico il secondo – e la Cappella del Corporale, dove si trova lo straordinario Reliquiario realizzato dall`orafo senese Ugolino di Vieri per custodire il corporale del “miracolo di Bolsena”, cui si lega l`origine del duomo orvietano.
Fonte delle immagini: www.regione.umbria.it Foto:M.Tortoioli

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