Si tratta di un’area verde collocata all’interno della cinta muraria della città, urbanisticamente ridefinito dall’architetto Luciano Beddini ed attuato su progetto dell’architetto Luciano Piermarini.
Secondo la tradizione un tempo era uno spazio destinato a definire in duello i giudizi secondo la legge longobarda, divenuto poi luogo di sepoltura degli ebrei. Fino alla fine del XVIII secolo questo spazio vasto ed allungato a ridosso delle mura è stato definito campo di Francalancia, appellativo di Fierdilancia figlio di Robbacastelli, suo antico proprietario. Il campo di Francalancia a partire dal XVI secolo si eleva progressivamente, fino a che, nel 1776, quando la striscia di terreno contigua alle mura è divenuta uno stradone destinato al passeggio e alle corse dei cavalli, un consorzio di cittadini si offre di restaurare a proprie spese il tratto di muro in rovina, in cambio di “posti a sedere” dai quali assistere alle corse. La costruzione dei caratteristici sedili in laterizio, canapè, con i casati dei notabili folignati che ne finanziarono la costruzione, conferisce il nome attuale a questa area verde. Da questo momento quest’ultima assume una nuova fisionomia, che prenderà corpo definitivo nei due secoli successivi.
Nel 1825 un progetto delinea il disegno della piazza e configura il piano centrale infossato a forma di circo e delimitato da due viali paralleli; al 1836 risale la sistemazione definitiva dell’altro semicircolo, verso porta Santa Maria e solo al 1853 risale l’impianto dei primi alberi.
Anche l’architetto comunale Vincenzo Vitali si interessa di questo spazio, prevedendo, attraverso un progetto del 1874, che tra l’altro rimarrà solo sulla carta, un suo collegamento con il giardino pubblico di porta Romana, da lui stesso realizzato l’anno precedente.
In attuazione del Piano regolatore redatto nel 1928, si definisce l’area della passeggiata dei Canapè, che nel 1931 si trasforma in parco con la messa a dimora di 308 pini, il disegno di vialetti e aiuole, l’installazione di panchine in pietra lungo i viali e la costruzione delle scale di accesso da via Nazario Sauro.
Nel 1935, infine, la collocazione, al centro, della fontana monumentale, opera di Nicola Brunelli (1933), collocata prima nell’attuale piazza della Repubblica.
Accessibilità
L’accesso al parco avviene attraverso due un’ampie cancellate che ne agevolano il passaggio, una, al piano, in via Chiavellati e l’altra, al lato opposto, nei pressi di Porta Todi, con una salita asfaltata di circa 40 metri con pendenza che non supera l’8%. Il parco ha parcheggi riservati ai disabili davanti ad entrambi gli ingressi, quello da via Chiavellati (che è in piano) e quello opposto sito nei pressi di Porta Todi (in cima alla salita asfaltata). Il viale ovale che circonda il parco è in cemento cromofibra e mattonato nella parte interna, con una lunghezza di circa 450 metri; è ben curato e non presenta pendenze, buche o avvallamenti, mentre i viali interni tra i prati della pineta sono con uno strato piuttosto alto di ghiaia, di non facile percorrenza in carrozzina. All’interno del parco vi sono i bagni pubblici, usufruibili anche dai disabili ed un piccolo caffè aperto in estate.
Galleria
Mappa
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