Muoviamo dal Trivio ed imbocchiamo via Mazzini. Fatti pochi passi, dal limitare della piazza Giacomo Matteotti, posiamo lo sguardo sulla via Cesare Agostini, dominata da un cavalcavia in laterizi rossi detto Arco dei Polinori, dal nome della famiglia residente tra XVIII e XIX secolo nel fabbricato d’angolo a sinistra. Al suo interno erano affreschi di soggetto profano del secolo XV, oggi perduti. Nella parte opposta, tre aperture decorate con motivi architettonici goticizzanti e, sotto al davanzale delle finestre, stemmi in terracotta dei Trinci e dei Beccafumi.
Nella sequenza di edifici che si intravedono a destra sulla via Agostini, spicca palazzo Trasciatti e, di fronte, palazzo Elmi Pandolfi.
Proseguiamo per via Mazzini e notiamo, sulla destra, palazzo Barugi, unico palazzo folignate dai quattro lati visibili.
Sull’imbocco di via dei Franceschi, che si apre davanti, si segnala il palazzo Mancia Salvini. Ancora in via dei Franceschi, sul lato destro, superato il bel portale del civico 12, si trova il palazzo Fontana.
Sfociamo in piazza San Francesco, dove, in singolare analogia con la piazza della Repubblica, lo spazio appare dominato, da un lato da palazzi civili e, dall’altro, dalla monumentale chiesa di san Francesco e dal contiguo oratorio del Gonfalone. Nella piazza, in posizione centrale, il palazzo della Camera di Commercio, oggi sede del tribunale di Perugia, sezione di Foligno.
Portiamoci in via Benedetto Cairoli, su cui svetta il palazzo Lezi Marchetti.
Ancora procediamo alla nostra destra sulla via Cairoli ed imbocchiamo, poco oltre a sinistra, la via Madonna del Giglio dove si può ammirare la facciata della chiesa di Santa Caterina.
Prendiamo via S. Caterina, al cui termine possiamo ammirare uno dei quattro accessi, il più usuale, al Parco dei Canapè, polmone verde della città all’interno dell’antica cinta muraria. Attraversiamo il parco ammirando a sinistra la medievale torre Montanara e, per l’accesso secondario, diametralmente opposto a quello del nostro accesso, sbuchiamo nei pressi di porta Santa Maria, meglio nota oggi come porta Todi. Percorriamo la via che si apre alla nostra destra, via Santa Maria Infraportas la quale ci conduce a Piazza San Domenico, dove si ammira la facciata della chiesa ex conventuale di San Domenico, recentemente trasformata in Auditorium, su progetto di Franco Antonelli.
Alla grandiosità della trecentesca facciata di San Domenico, fa da contrappunto il portichetto che protegge l’ingresso della vicina chiesa di Santa Maria Infraportas.
Tra gli edifici civili che si affacciano sulla piazza sono da segnalare la rinascimentale casa degli Atti, ed il palazzo Passeri (al centro della volta, in un locale a pianterreno, oggi esercizio commerciale, un affresco con stemma gentilizio, non identificato, contornato da figure femminili; sul prospetto laterale destro dell’edificio, si può ammirare quanto resta di un’edicola settecentesca), in posizione frontale rispetto a San Domenico.
Imbocchiamo nuovamente, da questo lato, via Mazzini e scorgiamo un altro palazzo, noto come palazzo Gentili Spinola, con il portale ornato da cornici in pietra sormontato da balcone con balaustra in ferro. In successione immediata il palazzo Benedetti e, oltre, il palazzo Lattanzi (che spicca per le eleganti finestre a timpano triangolare con i lati flessi).
Arriviamo ora ad un crocevia, detto in passato Trivio della Fonte e poi la Fonte del Trivio (con moderna fontanina in metallo). Prendiamo per via Aurelio Saffi dove si può ammirare la facciata incompiuta della chiesa barocca di San Carlo, attualmente adibita a teatro.
Uno sguardo, sul lato opposto al palazzo Novellis.
Retrocediamo su via Aurelio Saffi e, superata la chiesa di San Carlo, prendiamo a sinistra per via della Misericordia, così denominata dall’oratorio confraternale della Misericordia.
Superiamo piazza Matteotti e ritorniamo in piazza della Repubblica.
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