L’abbazia, eretta su uno sprone proteso sul fosso Renaro confluente nella valle Umbra, fu fondata nella seconda metà del secolo XI, riutilizzando una preesistente residenza-fortificazione appartenente ai Monaldi. La prima comunità di monaci eremiti, guidati da Mainardo, un eremita forse proveniente dal monastero di Siria sul monte Catria, si insediò in un primo tempo nella vicina Santa Maria del Vecchio (nota ai folignati con lan denominazione di cappella del beato Alano), poi nell’antico fortilizio comitale dei Monaldi che prenderà il nome di Santa croce di Sassovivo. Circa quattro secoli più tardi, nella seconda metà del Quattrocento, il complesso passò ai benedettini olivetani; nel 1860, con la secolarizzazione dei beni ecclesiastici, venne soppressa.
Dal 1979 è sede della Comunità Jesus Caritas di padre Foucauld.
Dopo aver attraversato il cortile superiore, si entra nella chiesa, restaurata dopo il sisma del 1832, attraverso lavori che si conclusero nel 1856. Dall’atrio che precede la chiesa, una piccola porta conduce al chiostro romanico, costruito tra il 1229 e il 1232 dal marmorario romano Pietro di Maria. A pianta rettangolare e interamente in marmo bianco, il chiostro è costituito da un doppio ordine di 128 colonnine abbinate, in parte lisce e in parte a spirale, le quali sostengono 58 archi a tutto sesto e una trabeazione classica con marmi colorati e due liste di mosaici decorati. Solo nel 1314 su un lato vennero inseriti degli archetti gotici decorativi in terracotta.
Una Madonna col Bambino, collocata in una nicchia alla fine del braccio nord, è ciò che resta del ciclo di affreschi che doveva svilupparsi lungo le pareti del chiostro e, probabilmente, anche della chiesa.
Nel mezzo del chiostro si può osservare una elegante vera (1340), in collegamento con una sottostante cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.
All’interno del monastero, cui si accede dal chiostro, si possono ammirare pregevoli affreschi, tra i quali ricordiamo, nel refettorio, una Ultima cena, opera di un pittore di cultura tardo manieristica di fine Cinquecento, un San Michele Arcangelo, sopra l’ingresso del refettorio stesso, e una Vergine col Bambino, sopra l’ingresso dell’appartamento dell’abate (sembrerebbe che le ultime due opere siano attribuibili a Tommaso Nasini, artista senese autore della pala d’altare – probabilmente del 1744 – per la chiesa abbaziale, raffigurante L’annuncio della Passione).
Attraverso i dormitori voltati, di origine duecentesca, si discende alla cosiddetta loggia del Paradiso, che presenta frammenti di affreschi monocromi dei primi del Quattrocento, attribuibili a Giovanni di Corraduccio.
Proseguendo, si avrà modo di raggiungere una seconda loggia, costruita nel 1442, attraverso il riutilizzo di strutture di epoca medievale collocate a protezione di una cripta dell’XI secolo, la già menzionata cappella del beato Alano.
Da pochi anni, inoltre, è stata riscoperta una cripta ricavata da antichi locali, venuti alla luce durante i lavori di restauro seguenti il sisma del 1997. Essa è stata consacrata nel 2001 e dedicata a San Marone, eremita siriaco, la cui reliquia, venerata per secoli in abbazia, è stata restituita ai maroniti in occasione del Giubileo del 2000.
Accessibilità
Le persone con disabilità che arrivano in auto possono parcheggiare nel piazzale antistante la chiesa. Il percorso che conduce all’ingresso del monumento è in terra battuta e ghiaia. L’ingresso principale dell’abbazia, dov’è situata la chiesa e il chiostro, ha 4 gradini; è possibile accedere anche tramite una rampa, che ha un gradino all’inizio, con un’alzata di cm 19, lunga m 10 circa e con pendenza del 9%. All’interno della struttura troviamo, poi, un gradino con un’alzata di cm 10 per entrare nella chiesa e un gradino con un’alzata di cm 18 per accedere al chiostro. L’abbazia dispone di un servizio igienico attrezzate per le persone con disabilità, situato nella zona sottostante alla struttura, accanto alla cripta; esso è raggiungibile solo tramite accompagnatori, per la presenza di ghiaia alta e 4 gradini all’ingresso.
scheda acc. Abbazia Sassovivo
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