La grandiosa costruzione formata da una cinta muraria poligonale merlata alla guelfa, da quattro torri e dal mastio triangolare che ha rappresentato per secoli il più importante insediamento militare posto sulle sponde del lago Trasimeno. Fu iniziata nel XII secolo sulle rovine di una precedente fortificazione distrutta nel 1091 da Enrico IV (1050-1106) di Franconia. Nel 1297 i magistrati perugini decisero di fortificare l’abitato e l’anno successivo deliberarono di costruire una rocca all’interno del castello per difendere con più efficacia gli abitanti. Nel Trecento vide gli interventi di frate Elia Coppi da Cortona e del l’architetto senese Lorenzo Maitani (1325). Nel 1375, insieme a Piegaro, Panicale e Paciano, fu data in feudo dall’imperatore Carlo IV di Lussemburgo (1316-78) a Guglielmo di Beaufort, nipote di Clemente VI (Pietro Roger. 1342-52) e fratello di Gregorio XI (Pietro Roger de Beaufort, 1370-78); quest’ultimo conosceva bene l’Umbria per aver studiato presso l’Università di Perugia nel 1349 sotto la guida di Baldo degli Ubaldi. Dopo alterne vicende, nel 1501, Giampaolo Baglioni vi stabili la propria residenza nel 1503, provvedendo a restaurare e ad ampliare il complesso; i lavori proseguirono anche sotto il figlio Malatesta IV Baglioni e furono ultimati da Ascanio I Della Corgna (1516-71) il quale, poco prima di morire, migliorò i vecchi Statuti che restarono in vigore fino al XVIII secolo. Ascanio I sostituì nel 1554 alcune torri della rocca con bastioni cilindrici provvedendo anche a creare all’interno della cinta muraria una serie di giardini all’italiana. Fece erigere, sembra su disegno di Jacopo Barozzi detto il Pignola, il palazzo signorile oggi sede del municipio, restaurando ed ampliando edifici trecenteschi. Diomede I (figlio adottivo di Ascanio I) fece del suo palazzo in Castiglione del Lago un vero salotto letterario, chiamato Gli Orti di Mecenate. A Diomede I successe il figlio Ascanio II (1571-1606) che chiamò a corte Cesare Caporali (1531-1601) con l’incarico di comporre in suo onore alcuni poemetti; sposò Francesca Sforza dalla quale ebbe Fulvio II, Federico, Fabio (pittore), Diomede II (vescovo) e Artemizia. Nel possedimento di Castiglione del Lago subentrò quindi il primogenito Fulvio II (1589 1647), La rocca, dopo la morte di Fulvio II, passò sotto la giurisdizione della Camera apostolica e nel 1860 al comune di Castiglione del Lago. Riferisce Alberto Grohmann: “Nell’impianto urbano basato su uno schema a scacchiera, con un modulo a base quadrata ripetuto sei volte, si rintraccia chiaramente il numero 3. Il centro abitato, infatti, ha tre piazze, tre strade principali, tre porte, ed anche il mastio della torre ha pianta triangolare”.
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fonte Umbria e Arte
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